Con l’Unità d’Italia le linee ferroviarie divennero necessità impellenti, ancor più per un territorio che dopo la terza guerra di indipendenza iniziava ad espandersi verso est. Molta della rete ferroviaria presente in Veneto e nel Friuli divenuto italiano era stata costruita o era in via di completamento dagli austriaci, per cui le linee che raggiungevano Venezia seguivano la direttrice che da Vienna lungo la Pontebbana arrivava a Udine per poi diramarsi verso Venezia e verso Trieste. La necessità di collegare direttamente Venezia a Trieste, allora ancora parte dell’impero austroungarico, divenne presto un’urgenza. Il dover passare ogni qualvolta per Udine allungava a dismisura il percorso così che venne ideata una nuova tratta che in linea retta avrebbe dovuto congiungersi con la ferrovia già esistente a Monfalcone. Fu così che la Società Italiana per le strade ferrate meridionali venne incaricata della costruzione del tratto Mestre-Portogruaro. Il primo stralcio fino a San Donà di Piave venne aperto il 29 giugno 1885, un anno dopo la linea ferroviaria arrivò sino a Portogruaro e fu aperta il 17 giugno 1886. Per arrivare al completamento della linea ferroviaria che collegava definitivamente Venezia a Trieste si dovrà aspettare il 18 ottobre 1897 quando l’incaricata Società Veneta Ferrovie, dopo aver inaugurato nel 1888 la tratta fino a San Giorgio di Nogaro, completò l’ultimo tratto italiano fino all’allora austriaca Cervignano, dove nel frattempo gli austriaci avevano completato la linea da Monfalcone.
L’annuncio dell’Inaugurazione della Ferrovia
Domenica 28 andante, alle 9 e 15 ant., moverà da Venezia il treno ferroviario inaugurale per giungere in questa stazione verso le 10 e mezzo, colle Rappresentaze del Governo, della Ferrovia e dei comuni deputati, senatori e altri personaggi distinti.
Sarà ricevuto qui dalle autorità locali con il maggior decoro possibile. Mentre il paese si prepara a salutare il fausto avvenimento dell’apertura della linea Mestre-San Donà all’esercizio, col maggior entusiasmo, il Comitato farà del suo meglio perchè la festa riesca solenne.
Le bande cittadine di Venezia e di Mestre rallegreranno il paese, imbandierato straordinariamente.
La sera poi il rinomato pirotecnico Giuseppe Tantin eseguirà dei fuochi d’artificio con quattro graziose macchine a giocate diverse, candele romane, serpentoni e razzi di forme e colori vari.
Chiuderà lo spettacolo la fulgida Stella d’Italia con batterie.
San Donà di Piave, lì 26 giugno 1885. Il Comitato
In un lungo articolo nella 3^ edizione della Gazzetta di Venezia del 28 giugno 1885 viene raccontata l’inaugurazione del tratto ferroviario Mestre-San Donà
« Inaugurazione della ferrovia di San Donà »
« Veniamo ora, e sono le ore 5 pomeridiane, da San Donà, avendo avuto luogo oggi l’inaugurazione della ferrovia, la quale se da oggi congiunge Venezia a quell’importante Distretto mira a ben maggiori obiettivi dovendo più tardi allacciarsi colla Pontebbana.
Alle ore 9 ant. erano alla Stazione il R. prefetto colla Deputazione provinciale, il sindaco colla Giunta, l’on Pellegrini, il comm. Diena ed altri consiglieri provinciali e comunali, il maggior generale Palmieri, il procurator generale comm. Noce coi sostituti procuratori generali cav. Moscono e Favaretti, il comm. P.V. Vanzetti procuratore del Re, il comm. ab. Bernardi, il R. questore, gli ingegneri Legrenzi e Pastori delle ferrovie, l’ing. cav. Forcellini, il magg. dei RR. Carabinieri e molte altre rappresentanze, tutta la stampa veneziana, la Banda ecc.
Il viaggio fu felicissimo, e lungo la linea se l’accoglienza delle popolazioni non fu entusiastica – con l’ora inopportunamente scelta con questa canicola – fu però sempre cordiale.
A tutte le stazioni, addobbate con bandiere e trofei o con simulacri d’archi trionfali costruiti con fronde, si trovavano le Autorità locali colle rispettive bande, e talune di esse salirono sul treno inaugurale e si recarono a S. Donà. »
L’arrivo a San Donà
Giunta la grossa comitiva (erano circa 200 persone) a S. Donà. Vi fu ricevimento al Municipio nella cui sala maggiore parlava per primo brevemente, ma assai opportunamente quel sindaco cav. Bortolotto, il quale ringraziava tutti quelli che avevano voluto accorrere a questa festa da tanto tempo vagheggiata, e ringraziava il Governo, la Provincia, nonché la Società che assunse l’esercizio della ferrovia.
Prendeva quindi la parola il R. prefetto, comm. G. Mussi, il quale, alla sua volta, ringraziava il sindaco di S. Donà delle cortesi parole e lo faveca anche per espresso incarico avuto dalla Deputazione provinciale e da parte del Governo e in ispecialità del ministro dei lavori pubblici, che egli pure ivi rappresentava.
Disse di non avere mai veduto quelle ridenti contrade; ma soggiunge di non averle mai dimenticate; e qui, con molta opportunità, ricorda il triste periodo delle inondazioni del 1882 e con memore affetto, accenna alla nobile cooperazione avuta da quelle generose popolazioni le quali in quella dolorosa circostanza mostrarono di possedere quelle virtù più elevate e più pure le quali, egli disse, formano l’orgoglio della umanità.
Disse che questa inaugurazione segna una prima tappa ; che ben presto San Donà sarà unita colla ferrovia alla sorella Potogruaro e quindi a Casarsa, ecc. ecc. Rileva ch’era tanto sentito il bisogno che la parte settentrionale della Provincia di Venezia, che era quasi interamente staccata, fosse congiunta anche con vincoli ferroviari a Venezia ; disse quanto potenti fattori di progresso e di civiltà siano le ferrovie e rinnovò i ringraziamenti e le lodi a tutti quelli ai quali la festa d’oggi è dovuta.
Parlò da ultimo l’on. Pellegrini; egli riandò cose vecchie e spiacenti; malgrado la dichiarazione fatta ripetutamente dal R. prefetto di aver avuto incarico di rappresentare il ministro dei lavori pubblici, disse ripetutamente che egli avrebbe voluto vederlo alla inaugurazione, e disse anche dell’altro; ma il suo discorso fu inopportuno sotto ogni riguardo, e passò assai freddamente.
Poscia vi fu un asciolvere, al quale non tutti gli invitati presero parte, per cui molti di essi si sparsero per il paese a far colazione da famiglie di loro conoscenza o nella trattoria Chinaglia, dove il servizio fu pronto e lodevole.
La Banda cittadina intanto suonò nella Piazza maggiore sotto la loggia del Municipio, ed ebbe applausi vivissimi.
Alle ore 3 pom. seguì la partenza da San Donà tra il saluto ospitale di quei cordialissimi abitanti, i quali facevano a gara per rendere gradita a tutti la visita a S. Donà.
A dir vero – ma in questo gli abitanti di San Donà nulla hanno a vedere – gli organizzatori della festa non furono felici nello stabilire il programma.
Fu scelta male l’ora ; fu mal provveduto al conforto degli invitati tenendoli a S. Donà dalle 12 meridiane alle 3 pom. mentre la partenza poteva benissimo aver luogo al tocco ; meglio ancora avrebbero fatto gli organizzatori se la cerimonia avesse avuto luogo dalle 3 pom. in poi (a quest’ora, cioè alle 3, la partenza da Venezia) fissando il pranzo a S. Donà ed il ritorno alle ore 9 pom.; ma quello che è fatto è fatto e non se ne parli più.
Del resto, e vista nel suo complesso, la cerimonia è andata bene.
Come viaggio lo trovammo abbastanza ameno, e tutti i manufatti che si incontrano sono tali da far veramente onore ai costruttori ; e questi sono, come già noto, la Società veneta, la Ditta De Lorenzi Vianello, la Ditta Laschi di Verona, e le fonderie Rocchetti e Società italiana diretta dal Cottrau.
Ora auguriamo che gli ulteriori tronchi che devono congiungere anche per questa parte Venezia alla Pontebba siano presto ultimati, perché questo è l’obiettivo che si deve raggiungere nel più breve termine, e senza del quale tanti sacrifici fatti e tanti denari spesi avrebbero un ben magro risultato.
A sera le cene ufficiali a Venezia e San Donà
« Questa sera banchetto a Venezia di circa 50 coperti, e banchetto a S. Donà di circa 100 coperti.
In un successivo articolo del 30 giugno 1885 venne scritto a proposito delle cene: « A completamento della relazione che abbiamo pubblicata ieri l’altro, diremmo che al banchetto che ebbe luogo in quella sera da Bauer e Grunwald – al quale non potemmo assistere – parlarono, applauditissimi, Sicher, Pecile, il prefetto, il sindaco di Venezia, il sindaco di San Donà ed il dott. Galli. Durante il banchetto giunsero telegrammi dei deputati Tacchio e Bernini, fermatisi, assieme all’on. Pellegrini, al banchetto di S. Donà. Il servizio dei signori Bauer e Grunwald fu, sotto ogni rapporto, lodevole. »
I telegrammi inviati dal sindaco Bortolotto
Furono spediti i seguenti telegrammi:
Al Primo Aiutante Campo S.M. il Re – Roma « Prego porgere augusto Sovrano riverente saluto popolazione festante inaugurazione ferrovia. Sindaco Bortolotto »
Al Ministro lavori pubblici – Roma « Prego gradire saluto popolazione esultante inaugurazione ferrovia. Sindaco Bortolotto »
All’Onor. Beccarini – Roma « Popolazione esultante inaugurazione ferroviaria manda affettuoso saluto. Sindaco Bortolotto »
Avendo il Senatore Giustinian inviato un telegramma per giustificare la sua assenza, il sindaco Bortolotto gli rispondeva con il seguente: « Graditissimo gentile pensiero prego gradire saluto paese festante »
Il sindaco di Portogruaro, cav. Fabris inviò telegrammi al cav. Bonò e all’assessore Bertoldi in S. Donà esprimendo in essi la sua gioia per la festa della città sorella, festa che sarà arra di una prossima ed egualmente solenne e desiderata festa di Portogruaro.»
La Gazzetta di Venezia
L’articolo non è firmato, la Gazzetta di Venezia durante la giornata aveva diverse edizioni e questo articolo è della terza edizione di domenica 28 giugno 1885. E a proposito della Gazzetta di quel tempo veniva messo in risalto come le rivendite di giornali non restassero aperte sino a notte inoltrata ma vi fosse comunque la possibilità di avere copia del giornale sino alla mezzanotte semplicemente « battendo ad uno dei balconi a pianoterra della tipografia a Campo di Sant’Angelo.»
Le vie di comunicazione San Donà-Venezia
Il collegamento ferroviario con Venezia fu per San Donà un salto di qualità incredibile. Erano molti coloro che per esigenze lavorative erano costretti spesso a recarsi a Venezia e sino al 1885 la via più breve era offerta dalla Società Veneta di navigazione a vapore lagunare che aveva un collegamento diretto al giorno con Venezia con partenza alle ore 5 da San Donà e arrivo a Venezia alle 8.15, con partenza da Venezia alle ore 16 e arrivo a San Donà alle ore 19.15. Non propriamente orari e viaggi comodi per i viaggiatori. Con la Ferrovia dal giorno 29 giugno 1885 i treni da San Donà furono tre e altrettanti quelli da Venezia. Partenze da San Donà alle ore 5.15, 12.10 e 17.18; Da Venezia 7.38, 14.35 e 19.40. Accanato agli orari dei treni che giornalmente apparivano sulla Gazzetta di Venezia, da martedì 30 giugno 1885 fu possibile trovare anche quelli riguardanti la linea Venezia-Mestre-San Donà di Piave.
Per approfondire l’argomento delle ferrovie: 1. «La Società Veneta Ferrovie » di Giovanni Cornolò (Duegi Editrice, 2004); 2.Archivio Gazzetta di Venezia.