Antonio Guerrato, quell’ala destra che non sbagliava una punizione

«Le interviste ritrovate»: Quando circa quindici anni fa iniziammo a raccogliere il materiale per il libro sul San Donà, le interviste potevano essere una chiave del racconto della storia biancoceleste. Poi assunsero un ruolo minore e divennero parte del racconto dell’annata. Ora alcune di quelle interviste sono tornate alla luce, la quarta….

LA PIAVE (CIRCOLO PIAVE) – Anni Cinquanta
In piedi da sinistra: Alfier, Tonon A., Gionso D., (don Moretti), Trevisiol I., Garavello S., Cadamuro, (Tardivo); Accosciati: GUERRATO ANTONIO, Bortoletto, Pavan G., Marcuzzo, Bonadio G., Trevisiol B

di Giovanni Monforte

Chi ha qualche capello bianco in testa di certo non avrà dimenticato le sue magistrali punizioni. Lui è Antonio Guerrato, classe 1932, un’ ex ala destra dotato di un eccezionale fiuto nel concretizzare le palle inattive. « Un pò come tutti ho iniziato a giocare all’Oratorio Don Bosco – racconta Antonio Guerrato -. Andavamo lì già alle sette del mattino e, dopo aver finito di studiare, giocavamo sotto il portico tre contro tre con una piccola pallina da tennis. Da lì vennero fuori i migliori palleggiatori del sandonatese, perchè, con quella piccola palla, dovevamo fare un passaggio a due metri di distanza o segnare in una porta di un metro dopo aver fatto quattro o cinque sponde. Così quando ti trovavi in campo, con un pallone vero, facevi quello che volevi. Erano i primi anni cinquanta. Giocavamo all’Oratorio tutta la settimana, poi la domenica scendevo in campo con La Piave nei tornei dell’Oratorio. Partecipando a una di queste competizioni, vinsi il titolo di capocannoniere. In quell’occasione mi notò il presidente del San Stino. E così ho fatto il mio esordio in prima squadra ».

L’inizio carriera a San Stino, poi San Donà, Pordenone e Chieti
Guerrato con la maglia del San Stino

In quegli anni la compagine sanstinese militava in Promozione. « A San Stino – prosegue Guerrato – ho trascorso un anno, laureandomi anche lì capocannoniere. Il mio record fu sette gol in una sola partita contro il Motta di Livenza. L’anno successivo fui richiesto dal San Donà, che militava sempre in promozione ». L’acquisto di Guerrato comportò per la squadra biancoceleste uno sforzo economico allora non indifferente: 500 mila lire, più la cessione di due giocatori. In Riva al Piave, però, l’attaccante rimase solo una stagione. Poi la conquista dell’ennesimo titolo di capocanoniere gli valse un ingaggio in serie C (ndr IV Serie), al Pordenone. Era la metà degli anni Cinquanta. « Dopo Pordenone andai a Chieti, sempre in serie C. Con me portai un portiere, Diego Dolce, e un mediano, Bruno Bonadio. In Abruzzo ho trascorso un paio di stagioni, ma purtroppo sono rimasto vittima di un grave infortunio, rompendomi tibia e perone. Un incidente che mi costò un anno di stop ».

San Donà 1953-54 – In piedi: massaggiatore Paludetto, GUERRATO, Visentin, Mion, Calcaterra, Iseppi, Zanon, l’allenatore Depità
Accosciati: Rossetto, Bortoletto, Dolce, Lotto, Zanon
Il ritorno al San Donà e la conquista della serie D
San Donà 1958-59 – In piedi: Guerra, Salvadoretti, Zago, Giovanni Perissinotto, Miotto, Paludo, Cornaviera, Mingardi, Roberto Brollo, GUERRATO, Beffagna, Maschietto.
Accosciati: Gianni Brollo, Bortolin, Giancarlo Brollo, Guerrato, Mestre, Tommasella, Vizzotto

Fu così che Antonio Guerrato decise di tornare a San Donà. Ebbe inizio il suo periodo d’oro con la casacca biancoceleste. Era la stagione 1958-59. Il San Donà militava nei Dilettanti regionali: vinse il proprio girone, ma poi non ebbe fortuna negli spareggi promozione. Andò meglio l’anno successivo con il passaggio in serie D. Guerrato rimase al San Donà per altre due stagioni, fino al campionato 1961-62. Quindi il passaggo per un anno a Ceggia e, successivamente, il ritorno all’Oratorio Don Bosco. « Da lì ho mosso i primi passi e lì ho voluto chiudere la mia carriera, facendo nello stesso tempo il giocatore e l’allenatore – ricorda Guerrato -. Vincemmo il campionato di Terza Categoria, era l’annata 1966-67 ».

Guardano Sergio Avon, imparai a battere le punizioni
Sergio Avon, ispiratore di Antonio Guerrato nel San Donà 1946-47 – In piedi: Primo Perissinotto, Scalamera, De Pazzi, Trame, SERGIO AVON , Buoso, Giordano Striuli
Accosciati: Bincoletto, Ferriguti, Giovanni Perissinotto

Tante squadre, dunque nel palmares di Antonio Guerrato. Ma un’unico comun denominatore: la miriade di gol su palle inattive. « Ero uno specialista dei calci di punizione e dei gol realizzati direttamente da calcio d’angolo. Su dieci punizioni che battevo, ne insaccavo almeno quattro, se non talvolta sei: dalla distanza o con l’effetto. Era come se avessi un particolare dono di natura per questo tipo di gesto atletico. Ma non sarei mai stato capace di certe esecuzioni magistrali se non avessi avuto, da piccolo, un maestro come Sergio Avon, una grande ala sinistra. Passavo delle ore a guardarlo giocare e poi, da solo, provavo a ripetere quelle punizioni. E così ho imparato a batterle: calciavo sempre con l’interno del piede, mentre nei corner provavo a sfruttare anche il vento, imprimendo alla palla quel tipo di effetto che le permetteva di finire sul secondo palo ». Un altro piatto forte di Guerrato era il tiro a foglia morta. « O alla Mortensen come lo chiamavano allora – continua Guerrato. Quando ti arrivava la palla, dovevi sempre provare a darle l’effetto sull’esterno, così da andare a cercare il secondo palo Quanti gol ho segnato? Un conto esatto non lo ho mai fatto, sono stati troppi. In una singola stagione, credo di aver toccato il massimo a San Stino, segnandone 37 o forse 38. E non battevo neppure i calci di rigore ». Cifre oggi impensabili da raggiungere per un bomber. « Un perchè di questa tendenza non saprei azzardarlo. Probabilmente all’epoca avevamo un modo diverso di giocare. Forse gli attaccanti erano un pò più abili, mentre i difensori più deboli: c’era solo il terzino e non, ad esempio, il libero ».

Quel vecchio calcio di una volta

Più dei gol o dei risultati maturati sul campo, però, di quegli anni da calciatore Antonio Guerrato ricorda soprattutto lo spirito di fratellanza che regnava nello spogliatoio. « Tra noi c’era una sincera amicizia – conclude Guerrato -. Non come accade nel calcio moderno, dove spesso i calciatori si apostrofano in cagnesco. Certo, anche allora capitava che volasse qualche parolaccia o perfino una scazzottatura. Ma tutto si esauriva lì. Ci allenavamo il martedì, di sera, dopo aver lavorato per otto ore. Non c’era l’acqua calda e l’illuminazione era data da una piccola lampadina». E come a conferma delle sue parole negli anni quella amicizia costruita sul campo si consolidò nella vita e non passava giorno che non si incrociasse Antonio Guerrato detto “Mignoi” con i suoi fraterni amici di campo Giovanni Perissinotto detto “Nanni” e Antonio Cornaviera detto “Bomba”. Difatti l’intervista di Guerrato si aggiunge alle altre due già pubblicate ma che sono il frutto di una lunga chiaccherata collettiva in cui i tre si sono passati allegramente la palla dei ricordi, rendendo importanti queste loro testimonianze a distanza di parecchi anni e soprattutto in memoria di chi non c’è più.

Don Bosco 1964-65 – In piedi da sinistra: Zuccon, Antonio “Bomba” Cornaviera, ANTONIO “MIGNOI” GUERRATO, Silvio Iseppi, Mino Filiputti, Giorgio Marin, Giancarlo Brollo, Odo Paludetto. Accosciati: Giuseppe Girardi, Roberto Brollo, Ignazio Zanardo, Antonio Battello, Giovanni Bigaran, X

« Le interviste ritrovate » : 1. Antonio Cornaviera; 2. Silvano Tommasella; 3. Giovanni Perissinotto; 4. Antonio Guerrato; 5. Orfeo Granzotto.

I Protagonisti del calcio sandonatese: 1. Francesco Canella “Dall’Oratorio al tetto del mondo”; 2. Arturo Silvestri con lo scudetto sul petto nella stagione 1951-52; 3. Guerin Sportivo | Adriano Meacci: «Scusate il ritardo »; 4. Glerean: « Nessun segreto, grande San Donà »; 5. Guerrino Striuli « Il gatto nero »; 6. Elvio Salvori, un sandonatese a Roma; 7. « Bomba » Cornaviera, una vita per il San Donà; 8. Silvano Tommasella, il miglior terzino biancoceleste; 9. « Nanni » Perissinotto, il bomber che stregò la Capitale; 10. Antonio Guerrato, quell’ala destra che non sbagliava una punizione; 11. Orfeo Granzotto: « Così è nato il Sandonà dei sogni »; 12. Bruno Visentin, il « Colombo » che volò in serie A; 13. Angelo Cereser, i suoi inizi sandonatesi visti da Torino; 14. Enzo Ferrari, quel sandonatese famoso prima di esserlo