L’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto

L’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto

Il 15 novembre 1931 venne inaugurato il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto. Quel giorno San Donà di Piave venne citata in tanti giornali dell’epoca, se l’articolo del Gazzettino lo si trova sul libro di Chiara Polita e ampi stralci di quello del Corriere della Sera sul libro di Guido Mattioli, noi cerchiamo di completare il racconto di quella giornata con quello apparso sulla Gazzetta di Venezia.

Il titolo in prima pagina della “Gazzetta di Venezia” del 16 novembre 1931 relativo all’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto
Il significato di un rito

Una cartolina di Piazza Indipendenza dopo l’inaugurazione del Palazzo dei Consorzi Riuniti (1929)

Per volere unanime della Nazione, inaugurandosi ieri un monumento ad un soldato che seppe con il disprezzo del pericolo e con la fede inestinguibile, illuminare la sua vita della luce imperitura dell’eroismo, ancora una volta un simbolo è assurto a espressione della storia del nostro popolo guerriero. A chi non è stato fra coloro che ieri mattina nella piazza Indipendenza di San Donà di Piave hanno assistiti alla cerimonia semplice e austera, le parole possono sembrare vieta retorica priva d’ogni qualsiasi contenuto spirituale; ma è innegabile che erigendo un simbolico monumento a Giannino Ancillotto ieri, non il suo tormentato paese solo, ma la sua Patria intera vi si è raccolta intorno ad insegnare ai cittadini ed ai soldati d’Italia di oggi e di tutti i tempi che la Patria è una realtà ideale più forte, più alta e più esigente di tutte le avversità, di ogni idea, di ogni altro diritto di uomo.

 Chi ha saputo rievocare entro di sé l’attimo eroico della impresa leggendaria dell’aviatore giovanetto e chi si è visto d’intorno il popolo commosso ed ha sentito le sue ingenue narrazioni sull’opera di quel soldato votato alla Patria, ha visto sorgere intorno a lui una leggenda che si tramanderà sempre più ricca, sempre più fiorita ad esaltare il valore del soldato italiano attraverso l’eroismo di un solo soldato.

Giannino Ancillotto

 Per il popolo che aveva saputo creare in sé stesso tali leggende, gli eroi antichi erano divenuti simboli e la sua forza militare era accresciuta, il senso della patria era divenuto augusto, divino, e il sacrificio del singolo per la salvezza della nazione, un imperioso comando interiore.

Se la grandezza della patria era voluta, accresciuta e difesa dalla consapevole audacia e accortezza dei governanti era solo con il popolo reso in tal modo moralmente forte alla lotta che ogni sacrificio diveniva un dovere imposto dalla tradizione nazionale impersonata dai leggendari eroi.

Oggi, nel laborioso travaglio, non ancora centenario, chi ha fatto della penisola divisa l’Italia, la mistica antica della patria e quella moderna, gli eroi antichi e gli eroi nuovi si fondono in varia misura nel sentimento nazionale degli italiani, formandolo e accrescendolo, rendendoli capaci di intendere la voce della Patria, di interpretarla come il comando più alto di tutti i comandi.

Ma, per il popolo specialmente la glorificazione degli eroi nuovi rinnova in lui la sua necessariamente limitata esperienza storica chi è connessa esclusivamente a episodi gloriosi, a fatti e figure isolate e indefinite; e, proprio per questo, sfumanti in una aureola di leggenda inspiratrice di nuovi eroismi e di rinnovati sacrifici.

Ai suoi vecchi eroi del risorgimento, alla schiera immane degli eroi di tutte le rivoluzioni, di tutte le guerre, si sono uniti, eredi e partecipi della stessa leggendaria gloria, gli eroi ultimi della guerra di Vittorio Veneto e della rivoluzione. Una nuova epopea s’è formata attraverso la narrazione popolare: ogni arma, ogni terra, ogni mare, ogni cielo, ognuna delle specialità dell’esercito, hanno in lui il loro simbolo, “bandiera vivente” agitata alta sopra le infinite miserie, sopra le caduche soddisfazioni della sua vita, a tener viva la fede nell’ideale, a tramandarla accresciuta di nuova significativa poesia.

Una delle opere d’arte sulla guerra che vennero in occasione di un concorso indetto da sua Maestà la Regina Elena nel 1934, fu dedicata a Giannino Ancillotto. Qui la riproduzione in cartolina

Come in antico, così oggi. La retorica e fugata dall’impeto irrefrenabile dell’inesausto spirito di dedizione alla causa nazionale.

Ieri, attorno al monumento di improvviso scoperto, uomini che vissero l’infuocate ore di guerra e giovani appena affacciati alla vita si accumunano nella stessa riverente commozione che faceva loro chinare la testa: trascorreva nel loro cuore lo spirito eroico che animava i patrioti antichi e recenti, noti ed ignoti.

Questo è avvenuto nel nome dell’eroe Giannino Ancillotto: personificazione della giovinezza che sa “gettare l’anima oltre l’ultimo ostacolo” con la ferma volontà, con l’ardire freddamente calcolato.

Il Ministro, giovane e ardito, dell’arma che non vuol conoscere nessuna ultima meta, il rappresentante di un Rinnovatore e di una idea politica, hanno con la loro augusta presenza consacrata la leggenda del giovane eroe, hanno gridata la sua parola di sfida a “quella cosa ammirevole che è la vita”.

Un monumento simbolico e il nome di un soldato diranno nel tempo che gli ostacoli si possono disperdere per lasciar libero il volo all’aquila italiana.

L’imponente cerimonia

15 novembre 1931 L’inaugurazione del Monumento a Giannino Ancillotto in una cartolina dell’epoca

Nella piazza maggiore di San Donà di Piave, per tutte le vie larghe e luminose, sin dalla mattina il popolo affluì da ogni località vicina e lontana: attorno al monumento, nascosto da un drappo bianco, la folla si è addensata via via più numerosa, più curiosa, continuamente ricordando i particolari delle imprese dell’eroe che si era per glorificare.

E quando i soldati, le rappresentanze, si cominciarono ad allineare limiti della vasta piazza, quando fanfare bandiere, schiere di giovani fascisti diedero al paese festante un aspetto ancor più movimentato e il continuo sopravvenire delle automobili, procedenti lenti e strombettanti attraverso la calca poco intontita dall’insolito intensificarsi del traffico, resero l’attesa più acuta, San Donà cominciò a vivere come forse non aveva mai vissuto, tumultuosamente.  

Nel palazzo della Podesteria gli infaticabili organizzatori delle cerimonie verificavano sull’eseguirsi degli ordini impartiti, e poco prima delle 9 e 30 si recavano alla stazione, assieme alle numerose autorità, giunte da tutte le province limitrofe, a ricevere Italo Balbo, Ministro dell’Aria e Quadrumviro della Rivoluzione.

Quando il Ministro scende dal vagoncino speciale con il quale ha viaggiato tutta la notte proveniente da Roma, gli si fanno incontro ad ossequiarlo S.E. Giovanni Giuriati Segretario del Partito, il prefetto Gianni Bianchetti, il gen. Opizzi, comandante della II Zona Aerea, l’on. Marcello Diaz duca della Vittoria e Presidente dell’Aereo Club d’Italia, il Segretario Federale avv. Giorgio Suppiej, l’on. Domenico Giuriati, il segretario politico di San Donà, il podestà di San Donà, comm. Costante Bortolotto e molte altre autorità che gli vengono presentate.

Subito dopo, formatosi un corteo di automobili, tutte le personalità ed autorità di recano al Municipio. Il popolo plaudente fa ala al passaggio, mentre nelle sale del palazzo vengono presentate ai Ministri le autorità.

L’inaugurazione del Monumento a Giannino Ancillotto in una immagine apparsa su “L’Illustrazione Italiana” del 22 novembre 1931
La folla delle autorità

Fra esse abbiamo notato: il senatore Miari de’ Cumani, il generale Francavilla in rappresentanza del Corpo d’Armata di Trieste e quale comandante la Divisione di Trieste, il vice Podestà di Venezia, Dr. Valtorta per il Podestà Dr. Alverà, l’on.Chiarelli Podestà di Treviso, l’ing. Castiglioni Segretario Federale di Treviso, la Medaglia d’oro colonello Esposito comandante del 56. Fanteria anche in rappresentanza del Gruppo Medaglie d’oro, le Medaglie d’Oro Cà Bruna e De Carli, il generale Briscolo comandante la zona Aerea di Ferrara, il Console Sebastianelli comandante la 49. Legione M.V.S.N., il comm. Garioni Preside della Provincia con il vice Preside Cà Zorzi, il vice questore comm. Rendina per il Questore comm. Corrado, il comm. Valgoi Capo del Compartimento delle ferrovie dello Satto, il magg. Vincitorio per il comando del 71. Fanteria con numerosi ufficiali, il console Felici della Milizia Forestale, il col. Avv. Lanza capogruppo dell’Unione Ufficiali in congedo con il tenente Médail, l’ing. Venturini Presidente dell’Aereo Club “G. Ancillotto” di Venezia con il signor Ruffini, il Dr. Morandi della Transadriatica, il Comm. Giuseppe Bortolotto presidente dei Consorzi di Bonifica, il prof. Bertotto per il Provveditorato agli studi, il gr. uff. Miliani Pres. Del Magistrato alle Acque, il colonnello Campi, comandante la Legione dei Carabinieri, il commendatore Bissi dei Sindacati dell’industria, il comm. Pittori segretario di S.E. Giuriati, la contessa Elti di Rodeano per le Madri e Vedove di guerra, l’ing. Petrioli per la Telve, l’ing. Mazza presidente dei Combattenti trevisani, mons. Luigi Saretta Arciprete di San Donà, Comm. Costante Bortolotto podestà di San Donà con i vice podestà De Faveri e Fornasari.

L’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto (tratta dal “Gazzettino Illustrato” del 22 novembre 1931)

Nella vasta piazza si notavano le rappresentanze del Moto Club Giannino Ancillotto di Venezia, l’associazione dei cavalleggeri del Veneto Orientale, il Club Ciclistico del Basso Piave, la Società Finanzieri in congedo, la Società di Mutuo Soccorso di San Donà, i fasci giovanili di San Donà, di San Michele del Quarto, di Venezia, di Treviso, di Mestre, di Fossalta, di Portogruaro e di tutti i paesi viciniori, i Guf di San Donà e di Portogruaro, un plotone e la Fanfara del 71. Fanteria, quella di San Donà, un plotone della 49. Legione della Milizia, un plotone della 7. Legione di Finanza, un plotone d’onore dei Carabinieri, la Associazione delle Madri e Vedove dei Caduti in guerra di San Donà e paesi vicini, il Nastro azzurro di Portogruaro, gli Ufficiali in congedo di Treviso, scolari e scolarette delle Scuole del paese; un gruppo di fascisti delle provincie di Venezia e Treviso. Dietro ai cordono ed alle rappresentanze si assiepava il popolo quanto mai numeroso.

Il monumento dedicato ad Giannino Ancillotto dopo l’inaugurazione in una cartolina viaggiata del 1932

Sono le 10 quando il corteo delle autorità scende nella piazza e, attraverso due ali di rappresentanze di associazioni combattentistiche convenute da tutta la provincia, di fascisti e di armati, sale sul palco eretto alla sinistra del monumento. Quando gli evviva e gli alalà sono cessati, uno squillo di tromba stabilisce un profondo silenzio: autorità, soldati e popolo son tutti fissi al Monumento che, alle prime note della Marcia Reale viene scoperto.

Il monumento, ideato dall’architetto romano Pietro Lombardi, e opera dello scultore Attilio Valdinucci pure di Roma per la parte architettonica e per quella scultorea dello scultore Alberto Felci, romano.

Con audace stilizzazione il grande monumento rappresenta schematicamente; un velìvolo dalle ali ripiegate all’indietro ad esprimere l’atteggiamento ancora aggressivo di un rapace ferito a morte ma non domo: dove il pilota dovrebbe dominare con la testa i venti, una colonna mozza di granito grigio che già vide l’era romana.

Le ali sono solcate da bassorilievi: sei teste d’aquila pronte a ghermire; sulla fusoliera sono scolpiti efficacemente i brandelli di tela che rimasero impigliati al veivolo nella impresa che più trasporta il suo nome nel campo della leggenda.

Il discorso di Monsignor Saretta

Monsignor Luigi Saretta, Arciprete di San Donà, assistito dal Clero, benedice il Monumento. Subito dopo il valoroso sacerdote sale sul palco pronunciando questo discorso: « Sono lieto, e vorrei dire fiero, che sia stato concesso a me di benedire il Monumento che la Patria ha eretto ad uno dei suoi figli più degni, gloria purissima di questa terra. Voi siete venuti per un tributo di gloria che esalta l’anima di questa gente del Piave. Giannino Ancillotto!

La benedizione di Monsignor Saretta al Monumento dedicato a Giannino Ancillotto nel giorno dell’inaugurazione

Non spetta a me celebrare le epiche gesta del leggendario Pilota, del quale si potrebbe cantare quel poeta: «Applaudi, Italia, attonita al Volator Naviglio!»

Ricordo solo che, durante l’invasione austriaca, un giorno, fui chiamato al Comando austriaco, il quale voleva conoscere quali fossero le case ed i campi di Giannino Ancillotto. Evidentemente questo nome recava fastidio al nemico. Si voleva forse commettere qualche rappresaglia ai suoi danni. Risposi evasivamente: Giannino Ancillotto volava allora sui cieli profanati dall’invasore!

Oggi Giannino Ancillotto è ancora qui! Il suo spirito eletto aleggia sopra di noi. Egli ci sorride col suo mite profondo sorriso. Cresciuto alla scuola della fede e della Patria, Giannino Ancillotto, che, pochi giorni prima della tragica fine, alla sua madre confidava i segreti della sua vita di credente, oggi ne son certo, esulta nel vedere consacrato dalla religione il Monumento della sua grandezza e della sua gloria, che non morrà.

Egli è qui: non più a gettar fulmini di guerra sulla casa paterna trasformata in Comando Austriaco, ma liberato « sugli aligeri scafi, dello spirito immortale» quale colomba dal desio chiamato con l’ali aperte e ferme al dolce nido. »

Il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto in una cartolina degli anni Trenta, l’area circostante era prossima ad essere recintata

Egli è qui per ricordare a tutti specialmente ai giovani, che la virtù trova nei cieli una imperitura corona di gloria e un monumento nel cuore di tutti gli uomini.

Eccellenze, come sacerdote di Cristo che ha vissuto tutta la passione di San Donà di Piave, qui, davanti al Monumento che narrerà alle generazioni venture il nome e le gesta del fanciullo meraviglioso; qui, a pochi passi dal Monumento che ricorda i nomi dei nostri fratelli che hanno dato la giovinezza, il sangue e la vita per la libertà della Patria; qui vicino alle sponde del Fiume Sacro, davanti alle alte gerarchie dello Stato, prometto che quella voce, quella parola, sarà sacra come un testamento: il testamento, il patto della grandezza, della gloria, della prosperità della Patria ».

L’invocazione appassionata dell’Arciprete riscuote l’applauso della folla, mentre i Ministri e le autorità si congratulano con lui. 

Subito dopo l’on. Marcello Diaz, nella sua qualità di presidente dell’Aereo Club Italiano consegna il monumento al Podestà, ricordando come l’eroismo di Giannino Ancillotto sia ricordo sempre vivo nell’animo degli aviatori italiani e come il suo esempio sia una forza che li spinge a tutto osare.

Il Podestà dott. Costante Bortolotto prende subito dopo la parola assicurando che il Monumento donato per sottoscrizione Nazionale sotto gli auspici dell’Aereo Club d’Italia a San Donà di Piave, non ricorderà solo il vanto della cittadina d’aver dato i natali a tanto Eroe, ma anche, spronerà le generazioni future ad essere sempre degni della Patria.

L’orazione di Balbo

Dopo gli applausi con i quali il popolo di San Donà conferma la promessa del suo rappresentante, si fa innanzi Italo Balbo che, accolto da vibranti alalà, dice che gli aviatori d’Italia, quelli della guerra e quelli della pace, sono tutti presenti a questo rito che in Giannino Ancillotto esalta l’ala indomata della Patria guerriera.

Il Ministro Italo Baldo durante l’orazione all’Inaugurazione del Monumento a Giannino Ancillotto, alla sua destra l’avv. Giovanni Giurati e il Podestà Bortolotto, alla sua sinistra Monsignor Saretta

Con efficace improvvisazione, il ministro soggiunge che nei campi della Penisola ed oltremare, dai quali le aquile spiccano ogni giorno il volo, anche per quelli che non hanno ritorno, la vita oggi si ferma per un minuto di raccoglimento. E non si è ancora spento nell’aria il rombo del suo motore e l’aria è ancora smossa dal frullio delle eliche, che la figura leggendaria dell’Eroe appare all’occhio del pilota, usata a scrutare gli spazi infiniti, ingigantita: egli è tutt’uno col suo piccolo apparecchio ed ha per sfondo l’aria infuocata dalla grande impresa; brandelli di tela bruciacchiata pendono ancora ai tiranti dando la misura dell’impresa titanica.

E allora ogni uomo che vede si inginocchia davanti al prodigio e trae auspici per le vittorie dell’Italia nei cieli. Giannino Ancillotto è un monumento che dice ai giovani che sopravvengono come tutto sia possibile osare per chi ha grande fede nel cuore e la pone al servizio di un grande ideale; nulla è impossibile per chi vola e combatte per l’Italia.

Giannino Ancillotto non è un Eroe morto, ma una bandiera vivente nelle cui pieghe noi affidiamo il nostro destino perché Egli lo sospinga sempre più in alto e più lontano, perché porti il tricolore e il segno del Littorio, perché divenga sempre più potente, più forte e più temuto.

Un lungo applauso interrompe il Ministro dell’Aria il quale, con grande forza, afferma che di fronte a questo monumento, che esalta il camerata e l’Italiano, le parole non sono adatte per chi ha l’onore di rappresentare coloro che più degli altri operano in silenzio; gli aviatori d’Italia.

La contessa Corinna Ancillotto con accanto l’avv. Giovanni Giuriati e il Ministro Italo Balbo

Ma una suprema invocazione egli lancia che gli sale dal cuore come una promessa è come un giuramento: « Giannino Ancillotto, aquila dell’artiglio invincibile, ala temprata nel fuoco, i tuoi compagni promettono di disprezzare quella cosa miserevole che è la vita per fare sì che sull’ala d’Italia risplenda sempre quella luce di gloria che tu le hai donata”.  

Tutto il popolo grida al Ministro che il giuramento è confidato al suo cuore inneggiando all’Italia e ai suoi capi sventola i gagliardetti e lancia ripetuti alalà; un manipolo di giovani fascisti grida in cadenza il nome del Duce.

Il generale Balbo, seguito dalle autorità passa poi in rivista le forze fasciste schierate ai lati della piazza soffermandosi dinanzi ad un plotone di sottotenenti della I. brigata aerea di Ferrara; poi, con a lato S.E. Giuriati, il gr. uff. Bianchetti, fra due siepi di gagliardetti e di bandiere, risale in Municipio, ove, a cura del Comune, è offerto un breve rinfresco.

Il Monumento a Giannino Ancillotto nella seconda metà degli anni Trenta

Dopo pochi minuti di affabile conversazione con i presenti, accompagnato da S.E. Giuriati e dalle principali autorità militari civili si reca ad ossequiare la contessa Ancilotto.

Prima di mezzodì S.E. Balbo ripartiva per San Giuliano ospite di S.E. Giovanni Giuriati; nelle prime ore del pomeriggio lasciava Venezia da Fusina per recarsi a Padova ad inaugurare la lapide all’aviatore sportivo padovano Giovanni Monti.

Tra le moltissime adesioni e telegrammi pervenuti al Podestà sono da segnalare: S.E. Ciano, S.E. Acerbo, S.E. il patriarca di Venezia, la mamma di Filzi, la mamma di Damiano Chiesa, l’ammiraglio Fiorese, i Senatori: Sandrini e Cian, i generali medaglia d’oro Vaccari, Gonzaga, il generale Taranto, il Podestà di Venezia, il Generale del Corpo d’Armata di Udine, S.E. Mattioli, l’on. Cesareni Podestà di Caravaggio dove perì l’Eroico Aviatore Ancillotto, i combattenti, Fascio di Caravaggio, il Governatore di Roma, il Sen. Concini ecc. ecc.

Il Monumento a Giannino Ancillotto nella nuova collocazione all’interno di Piazza Indipendenza avvenuta nel 2012

Prima parte: Il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto, verso l’inaugurazione; seconda parte: L’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto

Per approfondimenti: 1. “Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-1924)” di Chiara Polita (Tipolitografia Colorama, 2010); 2. “Giannino Ancillotto” di Guido Mattioli (Editrice “L’Aviazione”, Tipografia S.A.I.G.E., Roma, 1934); 3. “Giannino Ancillotto, un eroe sandonatese” di Marino Perissinotto (Museo della Bonifica, San Donà di Piave, 1995); 4. “Il disegno della città tra utopia e realizzazione” di Dino Casagrande e Giacomo Carletto (Tipolitigrafia Colorama, 2002); 5. Archivio Radio Sandonà, trasmissione “Overbooking” Presentazione del libro di Chiara Polita”Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-1924)”; 6. Archivio “La Gazzetta di Venezia”.

Il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto, verso l’inaugurazione

Il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto, verso l’inaugurazione

Nel novembre 1931 venne inaugurato in Piazza Indipendenza il Monumento a ricordo dell’Eroe Giannino Ancillotto. Fu un avvenimento di portata nazionale che vide giungere a San Donà il Ministro dell’Aria Italo Balbo e il Segretario Nazionale del Partito Fascista Giovanni Giuriati. Molte delle vicende relative al Monumento sono raccontate nel libro di Chiara Polita “Il Monumento all’aviatore Giannino Ancillotto” del 2010, oggi aggiungiamo la parte tratta dalle pagine della Gazzetta di Venezia che dividiamo in due parti: i preparativi dell’inaugurazione e la giornata dell’inaugurazione.

La morte dell’eroe

Giannino Ancillotto di fronte al suo aereo ancora con i brandelli del draken abbattuto

La morte improvvisa di Giannino Ancillotto avvenuta il 18 ottobre 1924 è di quelle le cui modalità lasciano attoniti, anche se in linea con chi la vita l’ha sempre presa di petto. L’eroe dell’aria in periodo di guerra, colui che raggiunse poi D’Annunzio a Fiume e che divenne in epoca di pace pioniere dell’aereonautica con le sue trasvolate, morì a causa di un’uscita di strada con la sua fuoriserie nei pressi di Caravaggio, di ritorno da Torino e diretto verso San Donà dove si sarebbe dovuto tenere il giorno dopo un raduno delle medaglie d’oro. La San Donà che stava rinascendo dopo le terribili distruzioni della guerra fu costretta ad accompagnare nel suo ultimo viaggio il suo figlio più famoso.

I funerali nella sua San Donà di Piave

Il corteo funebre che si muove dal Municipio

Così racconta il funerale Guido Mattioli nel suo libro dedicato a Giannino Ancillotto: « La salma di Giannino Ancillotto, deposta sino da lunedì mattina 20 ottobre nella camera ardente preparata nella sala delle adunanze consigliari al Municipio, ebbe per tutta la giornata l’omaggio reverente di cittadini e autorità. Gente d’ogni condizione riempì di firme il registro collocato nel Municipio. Prime fra tutti le centocinquanta medaglie d’oro ospiti di San Donà nella notte dalla domenica al lunedì, lasciarono su quel foglio prima della loro partenza per Redipuglia, un attestato di affetto verso il compagno. Poi la casa municipale fu continuamente la meta di un vero pellegrinaggio: alla sera del lunedì più di settemila persone avevano adempiuto il pietoso omaggio. Gruppi numerosissimi di coloni dipendenti dalle aziende agricole della famiglia Ancillotto arrivarono dai paesi contermini a San Donà di Piave per la cerimonia funebre, che si svolse il giorno dopo al mattino con un concorso enorme di folla, di rappresentanze militari, civili e politiche e di cittadini, convenuti da ogni parte.

La commozione delle esequie

Una veduta aerea di San Donà durante i funerali di Giannino Ancillotto

Continua Mattioli: «…In mezzo alla solennità del rito religioso svoltosi fra le colonne del Duomo parate a lutto, e la commozione muta del popolo al duplice passaggio del corteo funebre lungo la via principale della città, e il balenare delle gloriose bandiere, un’ondata incredibile di fiori accompagnò l’affusto di cannone, la cassa, la sciabola e la sciarpa azzurra, le medaglie e le decorazioni, lucenti simboli di travaglio eroico: fiori gettano le fanciulle sul selciato per addolcire al dormiente l’urto delle ruote, fiori cadono dalle finestre socchiuse, fiori piovono da apparecchi SPA e SVA volanti a bassissima quota. Istintivo, tacito, concordi in tutti questo stimolo ad un omaggio floreale; perchè nei fiori vi è il senso dell’alba, della purezza; e la giovinezza di Giannino Ancillotto, da poco passata come una radiosa ora mattutina, solo così si poteva degnamente commemorare. »

L’orazione funebre della M.O.V.M. Locatelli ai funerali di Giannino Ancillotto (immagine tratta dal libro “Giannino Ancillotto” di Marino Perissinotto)

Il ricordo dell’Eroe

Sin da subito i suoi concittadini si mobilitarono per ricordarlo al meglio. Gli fu dedicata una via, quella che ancor oggi conduce da piazza IV novembre sin dinanzi al Duomo, e lungo la quale da sempre vi è anche il teatro cittadino. Come seconda intenzione vi era di ricordarlo con una lapide marmorea sul muro del Municipio, idea che fu poi accantonata per abbracciare il progetto dell’Aereo Club Italia che volle promuovere a livello nazionale la costruzione di un monumento a San Donà con una raccolta fondi per supportarlo. Si costituirono anche dei Comitati per portare a buon fine l’ambizioso intendimento coinvolgendo anche importanti esponenti politici a livello nazionale. Ci vollero però anni per affinare il progetto tanto che nel mentre il Comune di San Donà stava progettando per Piazza Indipendenza una fontana monumentale. Poi nel 1930 arrivò la svolta e su impulso dello stesso Italo Balbo iniziò la progettazione del Monumento da parte dell’architetto Pietro Lombardi.

Piazza Indipendenza ancora priva del grande monumento

La costruzione del Monumento

Anche la costruzione del Monumento non fu per nulla semplice, lungo e dettagliato è il racconto presente sul libro di Chiara Polita. Se la progettazione venne compiuta direttamente a Roma, il Comune di San Donà dovette incaricare la ditta Santinello di predisporre l’area del Monumento e successivamente di assemblare i componenti monumentali, gli stessi arrivarono direttamente da Roma. Il loro assemblaggio ebbe bisogno di tempo, il viaggio aveva provocato inevitabili danni e si allungarono le settimane di lavoro e con essi i costi, che per la sola parte a carico del Comune era preventivata in lire 25 mila. L’opera finita ideata dall’architetto Lombardi, con il contributo degli scultori Attilio Valdinucci e Alberto Felci e arricchita del tronco di una colonna romana fu consegnata al Comune di San Donà il 10 novembre 1931, solo qualche giorno prima dell’inaugurazione.

Piazza Indipendenza dopo l’inaugurazione del Monumento nel 1932 (immagine tratta dal libro “Il Monumento all’aviatore Giannino Ancillotto” di Chiara Polita)

Fervono i preparativi per l’inaugurazione

Dalle pagine della Gazzetta di Venezia articoli pieni di enfasi e retorica, tipiche dell’epoca, per la chiamata a raccolta dei cittadini in occasione della grande giornata che aspettava San Donà di Piave. Negli articoli del sabato e della domenica venivano riportati i testi dei manifesti del Podestà e del Partito che informavano la cittadinanza, ragguagli inoltre venivano dati circa gli assembramenti.

L’annuncio delle autorità

« Domani 15 novembre le LL. EE. Italo Balbo e Giovanni Giuriati onoreranno della loro presenza questa gloriosa cittadina per l’inaugurazione del Monumento all’Eroico Aviatore Medaglia d’Oro Giannino Ancillotto. Le LL. EE. arriveranno alle 10:00 e saranno ricevute dalle maggiori autorità. Si porteranno subito in Piazza Indipendenza dove si svolgerà la cerimonia della inaugurazione. Dopo l’inaugurazione le LL. EE. si recheranno in Municipio dove sarà tenuto in loro onore un ricevimento delle principali autorità della Provincia e del Comune. Per la regolarità dell’inquadramento si rivolge appello a tutte le associazioni e rappresentanze di trovarsi alle 09:00 in Piazza Indipendenza dove appositi incaricati del Municipio indicheranno i posti assegnati. »

Il Manifesto del Podestà

Il Podestà di San Donà Costante Bortolotto

« il Podestà ha emanato il seguente manifesto: “Domenica 15 corrente alle 10:00 alla presenza dei Rappresentanti del Governo Nazionale, sarà inaugurato il Monumento che deve perpetuare la memoria dell’Eroico Aviatore Giannino Ancilotto. Il Reale Club d’Italia, in pieno accordo con questa Amministrazione Comunale, facendosi iniziatore di questo ricordo all’insigne Concittadino, ha voluto segnalare alla riconoscenza di tutti, oltre l’eroismo di Lu in guerra, la purezza dei suoi sentimenti, l’ardimento dimostrato nell’aviazione civile, l’amore profondo per questa sacra terra del Piave e per la Patria.

Cittadini: Sicuro di avere interpretato il sentimento di amore e di riconoscenza verso il purissimo Eroe. Vi invito a rendere più solenne la cerimonia con la vostra presenza, affinchè l’omaggio riesca in tutto degno delle splendenti virtù del nostro grande Concittadino. Il Podestà dottor Costante Bortolotto”. »

Il Manifesto di Fasolo

« Il Direttorio del Fascio ha emanato il seguente manifesto: “L’ala monca di Giannino Ancillotto si risolleva, nel sogno, in quei cieli che conobbero il valore e la gloria degli arditi dell’aria. Giannino…. Il rombo del suo motore riecheggia possente, invincibile in un canto di vittoria e di morte.

Dal suo avello l’Eroe, si erge avvolto in un manto di leggenda e sorridente come nei giorni dei più sacri combattimenti, rimonta della fedele carlinga e dirige il suo volo d’aquila su negli spazi verso le luci immortali, Giannino Ancillotto fiamma tra le fiamme.

Camerati, salutiamo in lui che oggi un rito ricorda le gesta dei combattenti d’Italia; eleviamo agli immortali l’osanna dei figli e lanciamo al vento, in nome dei morti, il grido della nuova Patria. A noi! Il Direttorio”. »

Gli ordini di servizio

« La Segreteria del P.N.F. comunica il seguente ordine di servizio circa l’inaugurazione del Monumento alla Medaglia d’Oro Giannino Ancillotto.

1. Il capo manipolo tenente Mario Ciriello assumerà il comando dell’ammassamento e disporrà lo schieramento in Piazza Indipendenza secondo gli ordini prestabiliti.

2. Il servizio d’ordine sarà disimpegnato dal locale Comando della Milizia;

3. Una squadra di giovani fascisti sarà al Servizio della Segreteria politica;

4. I Goliardi saranno ai diretti ordini del Capo Manipolo Ten. Ciriello;

5. Le Rappresentanze, le Associazioni ecc. al loro arrivo in San Donà riceveranno disposizioni dal comandante dell’ammassamento.

6. La cittadinanza avrà riservato un apposito spazio e accederà dal portico del Caffè Grande;

7. i Fascisti in camicia nera e decorazioni dovranno trovarsi presso la Casa del Fascio alle 08:00 precise. I giovani fascisti in perfetta divisa si aduneranno al Campo sportivo alle 08:00;

8. Per le 09:00 lo schieramento dovrà essere ultimato. »

Balbo e Giuriati inaugurano oggi il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto

Il Ministro dell’Aria Italo Balbo

« Stamane alle ore 10, come abbiamo precedentemente annunziato, alla Presenza delle LL. EE. Italo Balbo e Giovanni Giuriati, sarà inaugurato il Monumento dedicato all’Eroica Medaglia d’Oro ed asso dell’aviazione Giannino Ancillotto.
Il ricordo marmoreo, opera dell’architetto prof. Lombardi di Roma, raffigura un aereoplano atterrato sul quale è eretta una colonna ornata del Fascio Littorio, e sulla stessa è incisa la dedica: « l’ala sopravvissuta ai cimenti, la gloria alla morte, sorge nella Piazza Indipendenza di questa gloriosa Cittadina ». Dirà oggi dell’Eroico Asso dell’aviazione, del transvolatore delle Ande Peruviane, S.E. il Ministro dell’Aria, Italo Balbo, quadrumviro della rivoluzione Fascista, aquila fra le aquile. La Cittadinanza accorrerà compatta a rendere il tributo di omaggio e di riconoscenza al suo diletto Figlio. Il Podestà ha ieri sera pubblicato il seguente manifesto di saluto agli Illustri rappresentanti del Governo Nazionale.
« Cittadini »: oggi San Donà di Piave avrà l’alto onore di ospitare le LL. EE. Italo Balbo Quadrumviro della rivoluzione fascista e Ministro della gloriosa aviazione Italiana. Rendiamo omaggio ai valorosi collaboratori del Duce, che vengono tra noi per glorificare il più puro, il più fulgido figlio di questa sacra gemma del Fiume inviolabile.
Cittadini: la nostra presenza ed il nostro entusiastico saluto, confermino agli Illustri Ospiti, l’amore purissimo e la fede indefettibile della gente del Piave per il Governo Nazionale, per il nostro glorioso Re. Il Podestà: Bortolotto. »

Prima parte: Il Monumento dedicato a Giannino Ancillotto, verso l’inaugurazione; seconda parte: L’inaugurazione del Monumento dedicato a Giannino Ancillotto

Per approfondimenti: 1. “Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-1924)” di Chiara Polita (Tipolitografia Colorama, 2010); 2. “Giannino Ancillotto” di Guido Mattioli (Editrice “L’Aviazione”, Tipografia S.A.I.G.E., Roma, 1934); 3. “Giannino Ancillotto, un eroe sandonatese” di Marino Perissinotto (Museo della Bonifica, San Donà di Piave, 1995); 4. “Il disegno della città tra utopia e realizzazione” di Dino Casagrande e Giacomo Carletto (Tipolitigrafia Colorama, 2002); 5. Archivio Radio Sandonà, trasmissione “Overbooking” Presentazione del libro di Chiara Polita”Il monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-1924)”; 6. Archivio “La Gazzetta di Venezia”.