Nel giorno dell’Immacolata del 1929 s’inaugura il campo sportivo

Nel giorno dell’Immacolata del 1929 s’inaugura il campo sportivo

Il Piave ghiacciato in una fotografia del febbraio 1929

Il 1929 fu un anno particolare e ancor oggi è ricordato come uno degli inverni più freddi di sempre. Ghiacciò la laguna a Venezia, e ghiacciò pure il Piave a San Donà tanto che vi sono immagini che raccontano di attraversate a piedi da una sponda all’altra. Alla fine di quel particolare anno, nella domenica dell’Immacolata, l’8 dicembre, nonostante un tempo inclemente, alla presenza di S.E. il Prefetto Bianchetti venne inaugurato un palo antenna in Piazza Indipendenza, poi fu la volta del campo sportivo del Littorio, successivamente intitolato nel secondo dopoguerra a Verino Zanutto. Lo stesso stadio dove ancor oggi, novantacinque anni dopo, si disputano le gare della squadra cittadina. Il racconto di quella giornata lo ricaviamo dalle pagine della “Gazzetta di Venezia” grazie ad un articolo del 10 dicembre.

Il prefetto inaugura a S. Donà l’antenna e il campo sportivo

« Come era stato precedentemente preannunciato, domenica ebbe luogo l’inaugurazione del palo antenna che distrutto durante la guerra è stato ricostruito in questa Piazza Indipendenza.

Alle ore 13.30 malgrado la pioggia che veniva a dirotto sotto i portici trovansi schierata la centuria della Milizia Volontaria S.N., le Avanguardie, i Balilla, i bambini dell’Orfanotrofio e dell’Asilo infantile, le società sportive dei Comuni del Mandamento, nonché una moltitudine di cittadini.

Piazza Indipendenza con il suo palo antenna in bella mostra in una immagine successiva all’inaugurazione del Monumento a Giannino Ancillotto (1931)

Alle ore 14 uno squillo di tromba dà l’attenti segnando l’arrivo di S.E. il Prefetto accompagnato dal capo di gabinetto Conte Quarelli di Lesegno, nonché dal Segretario Federale, ricevuti all’ingresso del Municipio dal Podestà comm. Costante Bortolotto , dal Segretario politico comm. De Faveri, dai vice Podestà sigg. Bastianetto, Fornasari e dott. Luigi De Faveri.

Fra gli intervenuti notammo: il Giudice cav. Pitari, il Rev. Mos. Saretta, l’avv. Brass dell’Ente Sportivo di Venezia ed in rappresentanza del Podestà di Venezia, il col. Brogliato dell’O.N.B., il capitano dei RR. CC. Boselli, il cav. Costanzo in rappresentanza del R, Provveditore, il cav. Cà Zorzi in rappresentanza dell’Amm. Provinciale, il comm. Giuseppe Bortolotto Presidente dei Consorzi di Bonifica, il dott. Bob direttore della Cassa di Risparmio, il cav. Stiffoni direttore della Banca Mutua Popolare, il capitano della Milizia dott. G. Pavoni con i tenenti Ciriello e Davanzo, i Segretari politici ed i Podestà dei Comuni di Musile, Ceggia, Noventa, S. Michele al Quarto, Grisolera, Meolo, Fossalta, il sig. Trentin Presidente della Congregazione di Carità, il maresciallo Cao della RR. GG. FF. e Scoccia dei RR. CC., il sig. Arduino Pedrenzon per la Federazione Italiana di Atletica e molti altri di cui ci sfugge il nome. »

Il discorso di Monsignor Saretta

« Dopo il ricevimento in Municipio il Rev. Mons. Arciprete alla presenza delle Autorità suddette benedice l’antenna ed il vessillo tricolore dopo di che inizia il suo discorso portando il saluto di riconoscenza verso l’Augusto Sovrano e verso il Capo del Governo a nome della Religione che rappresenta a mezzo del suo Ministero, che il Duce ha voluto ridonare nelle scuole.

Rievoca con belle parole i sacrifici compiuti dalle popolazioni invase durante la loro invasione e dichiara di essere lieto di vedere oggi tornare a sventolare il vessillo italiano da quell’antenna che era stata abbattuta dai soldati austriaci. Chiude il suo dire inneggiando a S.M. il Re ed al Duce. »

Il discorso di S.E. il Prefetto
La medaglia d’oro Giannino Ancillotto

« A Mons. Saretta segue S.E. il R. Prefetto il quale ringrazia il Podestà dell’invito rivoltogli, ringrazia il popolo per le accoglienze che ha voluto fare nella persona del rappresentante del Governo. Loda l’opera che è stata svolta in silenzio dal popolo di San Donà ed afferma che pochi paesi come San Donà possono dare esempio specifico di abnegazione e ciò lo desume anche dai trecentotrenta soldati che si immolarono per la grandezza della Patria dei quali diciannove sono stati insigniti di medaglie al valore e di questi uno cono la medaglia d’oro, l’asso dell’aviazione Giannino Ancillotto alla cui memoria manda il suo saluto. Si compiace dell’opera dell’attività spiegata dall’Amministrazione comunale, dell’accordo di questa con le autorità politiche, della continua fattività della popolazione sandonatese e dello sviluppo agricolo della zona dalla quale è partita la iniziativa della bonifica integrale approvata dal Governo Nazionale. Concluse incitando a lavorare sempre con fede fascista per la grandezza, la bellezza e la potenza della nostra Patria. Fragorosi applausi coronano la fine del nobile discordo del Capo della Provincia. »

Il discorso del Podestà comm. Costante Bortolotto

« Il comm. Bortolotto ringrazia S.E. il Prefetto e il Segretario Federale per essere intervenuti alla cerimonia, ringrazia altresì il Podestà di Venezia per il dono dell’antenna e del leoncino e si trattiene a parlare sulla collaborazione data dalla popolazione di San Donà per la rinascita della città, quantunque i Governi passati abbiano dato pochi aiuti, aiuti che sono oggi invece intensificati dal Governo Nazionale. »

Al campo sportivo

« Formatosi il corteo con in testa la banda cittadina tutte le Autorità e le associazioni sotto una pioggia dirotta si recano al campo sportivo dove parlano il Segretario politico comm. De Faveri ed il Segretario federale avv. Suppiej illustrando l’importanza dell’opera e lo scopo di essa, dove la nuova gioventù italiana deve addestrarsi per essere forte e sana.

Alla fine dei discorsi il segretario politico comm. De Faveri taglia il simbolico tricolore ed il corteo con le autorità entra nel campo dove alla presenza delle stesse ha inizio la disputa di una gara di calcio fra U.S. di San Donà e quella di Portogruaro. »

Nelle pagine sportive della Gazzetta del 9 dicembre 1929: « Ieri nel nuovo campo del Littorio, inaugurato con l’intervento di S.E. il R. Prefetto, al Segretario Federale, l’avv. Bras, al Col. Brogliato, le Autorità cittadine e malgrado la poggia che cadeva incessante si è svolta la preannunziata gara di calcio tra l0unione sportiva di Portogruaro e quella di San Donà che ha visto la vittoria dei portogruaresi con 4 a 2. »

Le altre visite di quel giorno di S.E. il Prefetto

Il Museo di Guerra allestito in una sala del Municipio cittadino

« Poscia le Autorità si recano a visitare l’Orfanotrofio dove sono sirevute dal Presidente Mons. Saretta, dalla Contessa Ancillotto, da Donna Maria Fabris Bortolotto, dalla signora Brogliato. Dopo una visita fatta ai locali un coro di orfani canta un inno patriottico; indi le autorità si avviano a visitare la Casa di Ricovero, il Palazzo dei Consorzi dove sono ricevuti dal Presidente comm. Giuseppe Bortolotto col Segretario signor Nardini.
Dopo la visita al Palazzo dei Consorzi S.E. seguito sempre dalle Autorità cittadine si reca a visitare il Museo di Guerra. Prima di partire viene offerto a S.E. un rinfresco nel Circolo di Società. La cerimonia e la visita che ha destato vivo interesse a S.E. il Prefetto ha termine alle ore 18 circa. »

Il ringraziamento di S.E. il Prefetto Bianchetti

Nei giorni successivi il Prefetto manifestò la propria soddisfazione per la giornata trascorsa a San Donà di Piave: « S.E. il R. Prefetto di Venezia ha fatto pervenire al Sig. Podestà il seguente telegramma: “ Comm. Dott. Costante Bortolotto Podestà di San Donà di Piave: Ringrazio V.S. Autorità e i cittadini tutti per cortesi accoglienze fattemi in occasioni mia prima visita a codesto Comune e rinnovo compiacimento per opere rinascita che dimostrano tenace energia codesta popolazione cui rivolgo fervido augurio di sempre maggiori meritate fortune – f.o Bianchetti “

All’inaugurazione del Campo sportivo il simbolico tricolore dopo i discorsi del Segretario federale e del Segretario politico venne tagliato dalla gentile madrina del campo signorina Mariuccia De Faveri dei comm. Giuseppe. »

L’A.C. San Donà in una immagine scattata nel 1931 allo stadio del Littorio

Per approfondimenti: 1. Archivio “Gazzetta di Venezia“; 2. “Storia dello Sport sandonatese” di Gianni Colosetti (Mazzanti Editori, 2008); 3. “A.C. San Donà: 90 anni di Calcio Biancoceleste” di Giovanni Monforte e Stefano Pasqualato (Geo Edizioni, 2012); 4. “Il basket a San Donà e dintorni” diGiambattista Ferrari (Mazzanti Libri, 2022).

Il campo sportivo del Littorio (1929)

Tratto dal libro “A.C. San Donà: 90 anni di Calcio Biancoceleste 1922-2012” di Giovanni Monforte e Stefano Pasqualato (Geo Edizioni, 2012)

Come abbiamo visto in questi primi anni non fu facile per l’A.C. San Donà reperire un campo dove riuscire a giocare le proprie partite. Se all’inizio dell’avventura calcistica sandonatese era stato sufficiente un piccolo terreno dove divertirsi giocando, con il passare degli anni le esigenze crebbero di pari passo con lo sviluppo stesso della città e di un incredibile interesse attorno al calcio. Il campo di via XX settembre sin dalla sua nascita si sapeva che sarebbe stata una soluzione temporanea, tanto è vero che pure i permessi per giocarvi vennero sempre concessi all’A.C. San Donà di volta in volta.

L’Ardita, come era chiamata la prima squadra sandonatese. In quei primi anni giocavano in un campo nei pressi dell’odierno Oratorio Don Bosco

Gli inizi

Negli archivi cittadini reperibili presso il Museo della Bonifica risultano molte richieste al riguardo a firma degli allora segretari Fausto Picchetti e Pietro Traldi. Una in particolare rivolta al Commissario del Comune di San Donà del settembre 1926 chiedeva espressamente di poter utilizzare il campo per il periodo di anni uno. Richiesta che fu rigettata così che si continuò di volta in volta a chiedere l’utilizzo dell’impianto che all’epoca vedeva la squadra cittadina disputare ancora dei soli incontri amichevoli.

Nuovi impianti sportivi

In quegli anni vi fu però un sostanziale mutamento nella politica del Partito Nazionale Fascista in merito allo sport. Con la Legge del 4 febbraio 1926 nr. 237 si tese ad incentivare la pratica sportiva dando la possibilità ai Comuni che ne fossero privi di costruire degli impianti sportivi. In quest’ottica attraverso la Federazione degli Enti Autarchici furono fissati dei criteri progettuali e normativi atti alla costruzione di questi nuovi impianti. Nel giugno 1928 venne così emanata la legge nr. 1580 che prevedeva per la costruzione di questi nuovi impianti le stesse provvidenze previste per le opere igieniche e per l’edilizia scolastica. Proprio in base a queste nuove normative anche il Comune di San Donà si attivò attraverso il Podestà Costante Bortolotto individuando un’area di oltre 15 mila metri quadri dove poter progettare il nuovo campo di calcio. Era quella l’area di via Pralongo, posta in prossimità sia del centro cittadino che della stazione ferroviaria. Era una zona dove nel dopoguerra si erano sviluppati molti insediamenti di baracche e che abbisognava ora di una giusta riqualificazione.

La progettazione del nuovo campo

Il progetto del nuovo stadio come appare in un documento d’archivio del Museo della Bonifica di San DOnà di Piave

Con la delibera del 6 novembre 1928 nr. 8299, venne deciso lo stanziamento di lire 10.000 per la sistemazione di un appezzamento di terreno di proprietà comunale da adibirsi a campo Sportivo Fascista. Tale impianto sportivo avrebbe dovuto prevedere, oltre che ad un campo di calcio, anche una pista larga metri otto, una tribuna e una palestra per l’atletica. Un progetto dunque molto ambizioso. Con la delibera del 27 maggio 1929 venne approvato il piano progettuale ideato dall’ufficio tecnico comunale per la realizzazione del quale ovviamente non sarebbero bastate le preventivate 10.000 lire, così che si provvide ad incrementare lo stanziamento di ulteriori 30.000 lire, affidandone i lavori alla Ditta Barbato Dante. Lavori che procedettero molto celermente tant’è che lo stesso campo di gioco fu disponibile sin dal dicembre 1929 allorquando la vera avventura agonistica dell’A.C. San Donà ebbe inizio. Solo successivamente fu costruita anche la tribuna, i cui lavori progettati dal geometra Guido Dal Bo vennero inseriti in una più larga riqualificazione della zona che avrebbe previsto pure la costruzione della Casa Balilla e di un complesso scolastico.

domenica 8 dicembre 1929, l’inaugurazione

Il Campo Sportivo ebbe la sua inaugurazione l’8 dicembre 1929. Dai giornali dell’epoca, ecco il racconto di quella memorabile giornata. “Formatosi il corteo con in testa la banda cittadina, tutte le autorità e le associazioni sotto una pioggia dirotta si recano al campo sportivo dove parlano il segretario politico, comm.De Faveri, e il segretario federale avv. Suppiej, illustrando l’importanza dell’opera e lo scopo di essa, dove la nuova gioventù italica deve addestrarsi per essere forte e sana. Alla fine dei discorsi il segretario politico taglia il simbolico tricolore”. A tagliarlo insieme a lui fu la madrina Mariuccia De Faveri. La cerimonia fu preceduta in piazza Indipendenza dall’inaugurazione di un palo-antenna, che era stato abbattuto durante la guerra. Alla giornata parteciparono il regio prefetto accompagnato dal capo di gabinetto Conte Quarelli di Lesegno, l’allora podestà Costante Bortolotto, l’avvocato Brass dell’Ente Sportivo di Venezia e il colonnello Brogliato dell’Opera Nazionale Balilla. La cerimonia fu conclusa da un’amichevole con il Portogruaro, vinta 4-2 dai ragazzi del Lemene e rivincita dell’incontro giocato in trasferta il 3 dicembre 1929 e vinto dal San Donà per 5-3. Nasceva così il “tempio” del calcio sandonatese, protagonista fino ad oggi di tutte le pagine memorabili o tristi dei colori biancocelesti. Il futuro “Verino Zanutto” (l’intitolazione, come vedremo più avanti, avverrà solo dopo la Seconda Guerra Mondiale) fu inizialmente battezzato “Campo sportivo del Littorio”.