25 aprile, Festa della Liberazione: un ricordo del 1944

San Donà di Piave, medaglia d’argento al Valor Militare per la guerra di Liberazione: «Fiera Città di prima linea già duramente provata dalla guerra, subito dopo l’armistizio sosteneva con decisione la lotta di liberazione, dando centinaia di valorosi combattenti alle formazioni partigiane e pagando sanguinoso tributo di vittime alla repressione tedesca. Duramente colpita anche da bombardamenti aerei non piegava la decisa volontà di resistenza. Insorgeva in presenza di ben seimila soldati tedeschi, liberava il suo territorio tre giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate, dopo aver catturati tremilacinquecento prigionieri. San Donà di Piave, 19431945»
— 12 dicembre 1952

Racconta Domenico Savio Teker nel suo libro “Storia cristiana di un popolo”: « Il 9 agosto il conteggio dei morti aumenta. Due partigiani vengono uccisi dai tedeschi dietro il Municipio, vengono fucilati senza dar loro il conforto di un prete. Lo stesso giorno il paese è attraversato da un camioncino che scarica davanti alla sede del fascio il corpo di un “disertore” di Musile. Il giorno dopo alle cinque di mattina i tre vengono sepolti “senza corteo e senza pompe”. Il sacerdote insieme a loro benedice anche la salma di un partigiano di Chioggia che era stato ferito a morte in uno dei rastrellamenti della settimana. ».

I due partigiani fucilati all’alba
Piazza Indipendenza su cui si affaccia il Municipio di San Donà di Piave (anni Quaranta)

Nei pressi del Municipio alle prime luci dell’alba furono fucilati Agostino Visentin, di Musile di Piave e Matteo Corridore, di San Giovanni Rotondo. Preziosi dettagli si desumono dal libro di Morena Biason “Un soffio di libertà”. In una relazione della brigata “Piave” viene segnalata la perdita di un elemento del gruppo, Agostino Visentin (tra parentesi le correzioni dell’autrice al documento dell’epoca) « In data 5 [ma forse 7] agosto 1944 in uno scontro sostenuto da alcuni compagni in località San Michele del 4°, contro due camion di SS e g.n.r. si lamenta la cattura in seguito a ferimento del compagno Visentin Augusto [ma Agostino] successivamente seviziato in ripetuti interrogatori e conseguentemente fucilato all’alba del giorno 11/8/1944 [ma 9/8/1944] dalle SS nel cortile delle scuole di S. Donà di Piave. [pare che il 9 luglio 1944] avendo trovato armi nascoste elementi del btg. San Marco – X Mas [abbiano] incendiato la baracca dei Visentin, adibita ad uso abitazione e magazzino, bruciando effetti di vestiario, letti grano vino botti e materiale agricolo. Asportarono inoltre n. 16 coperte, L. 25000 in contanti e banchettarono per una settimana nella casa di abitazione del Visentin fino ad esaurimento delle provviste del maiale.»

L’azione che portò alla cattura

Un altro partigiano che si trovava con loro, Pino Rossi, riuscì a salvarsi dal plotone di esecuzione. Pino Rossi, Agostino Visentin e Matteo Corridore erano stati catturati nella stessa circostanza, nel corso di un’azione, a cui aveva partecipato tra gli altri anche Luigi Amedeo Biason, svoltasi nei primi giorni di agosto, con tutta probabilità il 7.

Nella versione dei fatti fornita da Biason e Rossi si specifica anche il motivo dell’attacco ai partigiani, dicendo che l’azione in seguito alla quale era avvenuta la loro cattura si era verificata dopo circa un’ora dal disarmo di un piccolo gruppo di militari del battaglione San Marco, effettuato dai partigiani in località Musile di Piave. Entrambe le testimonianze riportano la notizia della morte di due partigiani durante lo scontro, ma nessuna delle due ne specifica i nomi.

Matteo Corridore da San Giovanni Rotondo
Matteo Corridore

Il soldato Matteo Corridore, che dopo l’armistizio non aderì alla Repubblica di Salò passando tra le fila partigiane, venne dunque fucilato nell’agosto 1944 a San Donà di Piave. Di lui vennero chieste informazioni dal suo paese natale sin dal 14 agosto 1945. Esiste documentazione, citata nelle note del libro di Morena Biason, di una richiesta di informazioni del sindaco del paese pugliese a quello omologo di San Donà con relativa risposta controfirmata anche dall’Ufficiale sanitario. Le vicende del soldato Corridore sono salite agli onori della cronaca in questi giorni quando finalmente si è risaliti al luogo dove erano sepolti i suoi poveri resti. Con una cerimonia ufficiale al Comune di San Donà di Piave gli stessi sono stati raccolti in un urna e consegnati al sindaco di San Giovanni Rotondo e ai famigliari del Corridore, così da riportarli in Puglia per festeggiare nel migliore dei modi il 25 aprile anche nel ricordo del sacrificio di questo loro compaesano.

La consegna dell’urna da parte del Sindaco di San Donà di Piave Alberto Teso al Sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti. Presente anche l’ex sindaco pugliese Salvatore Mangiacotti che tanto si è adoperato per recuperare i resti di Matteo Corridore, per restiturli ai famigliari, pure presenti.
In un triste manifesto del 1944 la fucilazione dei due partigiani

Di quell’episodio esiste anche la documentazione del manifesto che le forze di occupazione erano solite affiggere nelle varie città a monito della sorte che riservavano a coloro che a loro si opponevano. Il testo in italiano e in tedesco così recitava:

COMANDO PIAZZA

S. Donà di P. – Noventa di P. – Musile di P.

AVVISO

Manifesto del comando tedesco di occupazione, tratto dal libro “San Donà di Piave” di Dino Cagnazzi (1995)

Il 7 agosto 1944 – XXII, nel pomeriggio sulla strada Mestre – San Donà di Piave auto dell’Esercito Tedesco e Italiane, furono assalite e prese a fucilate da terroristi.

I prigionieri presi sono di nazionalità italiana:

1. – Visentin Agostino da Musile di Piave

2. – Corridore Matteo da S. Giovanni Rotondo (Foggia)

E sono stati fucilati stamane all’alba.

Il popolo viene ancora avvisato che chi darà aiuti od ospitalità ai terroristi – consegna di generi alimentari, denaro, armi e alloggio – verrà punito severamente.

Le case nelle quali i terroristi saranno trovati e avranno ricevuti aiuti verranno bruciate. Gli abitanti verranno portati in campi di concentramento di lavoro in Germania.

IL COMANDANTE LA PIAZZA

Targa posta sul luogo della fucilazione

ORTSKOMMANDANTUR      S. Donà, 9-8

S. Donà – Noventa di Piave

Am 7-8-44 nachmittags wurden auf der Strasse Mestre – S. Donà Fahrzeuge der deutschen und italienischen Wehrmacht durch Terroristen beschossen.

Die gefangen genommenen italienischem Staatsangehoringen

1. – Visentin, Augustino aus Musile di Piave

2. – Corridore, Matteo aus S. Giovanni Rotondo (Foggia)

Wurden heute in fruhen Morgenstunden erschossen.

Die Bevolkerung wird nochmals darauf hingewiesen, der Terroristen, Lieferung von Lebensmittel, Geld und Waffen sowie Unterbringung aufs scharfste bestraft warden.

Gehofte, in denen Terroristen aufgenommen und Unterstutzung finden, warden niedergebrannt. Die Bewohner in Zwrangsarbeifslager abtransportiert.

DER ORTSKOMMANDANT

Per ulteriori approfondimenti: 1. “Un soffio di libertà” di Morena Biason (Nuova Dimensione, Portogruaro, 2007); 2. “Storia cristiana di un popolo – San Donà di Piave” di Domenico Savio Teker (De Bastiani Editore, 1994); 3. “San Donà di Piave” di Dino Cagnazzi (Centro Stampa, Oderzo, 1995).