Quella strana immagine campeggiava da tante settimane on line. Il venditore della Repubblica Ceca non la vendeva a poco. Le immagini del periodo di guerra non sempre hanno una datazione certa e men che meno una localizzazione esatta. Dopo un infinito scorrer dei giorni rimaneva là a galleggiare in rete: AK SAN DONA’ DI PIAVE VE ca. 1916. La data è ovviamente errata trattandosi di una immagine austro-ungarica, ma quel San Donà imponeva una scelta e così l’acquisto fu concluso e la foto una volta recapitata rimase lì in un angolo in attesa di capire se realmente fosse di San Donà di Piave.
Dopo averla guardata per bene quella doppia alberatura effettivamente poteva riferirsi a San Donà di Piave. All’epoca sia Viale dei Tigli che Viale Regina Margherita avevano una doppia alberatura ai lati della strada, due delle vie principali di San Donà, del resto non troppo numerose. Viale dei Tigli era la vecchia denominazione dell’attuale via Cesare Battisti, che da piazza Indipendenza si dirigeva verso l’argine che porta ad Eraclea. Diversamente Viale Regina Margherita era invece la strada che da dietro il Municipio conduceva all’ospedale cittadino «Umberto I», l’attuale viale della Libertà. Nel secondo dopoguerra all’ennesima distruzione l’ospedale venne ricostruito altrove mentre al suo posto sorse tra l’altro la scuola media intitolata in seguito a Ippolito Nievo.
Erano alberature rigogliose prima della guerra che al cospetto di quella immagine durante l’occupazione austro-ungarica sembravano la brutta copia. Eppure sfogliando delle immagini successive al conflitto mondiale la sagoma di quell’edificio è spuntata tra quelle che avevano resistito alla guerra. La casa con il lungo camino era lì tra le prime case all’inizio del Viale dietro al Municipio, subito prima di quelle che erano le prigioni austriache.
Dopo la prima guerra mondiale la zona subì un riordino urbanistico. Tanto che prima dell’edificio in questione venne costruita la strada denominata via Jesolo in direzione dell’argine del Piave, mentre proprio di fronte fu costruito il Monumento ai caduti della prima guerra mondiale.
Nella foto austro-ungarica si intravedeva sull’edificio la scritta Municipale così che lo si poteva intendere come un edificio istituzionale. In realtà alla pari della sua destinazione negli anni a venire, sin quasi ai giorni nostri, quell’edificio all’epoca era adibito a forno municipale. Per decenni dopo la guerra è stato utilizzato come panificio, numerose le gestioni che vi si sono succedute sin quando in anni recenti è stato demolito e al suo posto oggi campeggia un alto condominio.