Guerin Sportivo | Adriano Meacci: «Scusate il ritardo »

Tratto dal “Guerin Sportivo” nr. 5 del 1-7 febbraio 1995

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è img589-960x243.jpg

di Gianluca Grassi

Da tre stagioni colpisce con precisione svizzera, segnando al ritmo di un gol e mezzo a partita (50 in totale) ma di lui ci si è accorti soltanto adesso. Adriano Meacci, fino all’altro ieri era uno dei tanti attaccanti che i mille casi della vita finiscono per relegare nei quartieri periferici del pallone. Figlio di un gol minore, dell’applauso di pochi intimi, dell’eterna speranza di guadagnarsi un giorno un meritato posto al sole. E a 28 anni per il centravanti del San Donà il sogno si è trasformato in realtà. « Meglio tardi che mai …». Adriano ci scherza sopra, quasi schernendosi di fronte all’improvvisa popolarità. Poi puntualizza: « Fisicamente sono a posto, penso di poter disputare almeno tre o quattro campionati a buon livello; tutto quello che verrà in più, sarà di guadagnato. Non inseguo rivincite, in fondo il calcio mi ha fatto vivere dignitosamente : nel mio piccolo sono stato fortunato, altri amici si devono tuttora arrangiare alla meglio per mantenere la famiglia… »

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è img587-915x1440.jpg
Adriano Meacci (Sandonà, 1994-95)

RIMPIANTI. Parla con toni malasorte, Meacci, nato a Francoforte (dove i suoi genitori, originari di Grosseto, erano emigrati in cerca di fortuna), ne avrebbe un sacco e una sporta « Tornati in Italia, promettente, ma purtroppo la provincia maremmana si trovava fuori del grande giro calcistico e per un giovane di belle speranze era difficile trovare gli agganci giusti per sfondare ». A complicare la situazione, in piena maturazione tecnica, un brutto infortunio ai legamenti crociati del ginocchio destro. Uno stop di dodici mesi, nonostante l’esito perfetto dell’operazione eseguita dal professor Perugia; Meacci supera anche questo inconveniente e nel 1987, sempre con la maglia del Grosseto, realizza 17 reti. Sembra fatta…

AMARUGI. « Si, all’epoca guidava la società Alvaro Amarugi, ex presidente del Cagliari, un uomo che sapeva muoversi nell’ambiente. Quell’anno mi aveva promesso: “Tu segna più di 15 gol e io ti trovo una buona collocazione in un club professionistico”. Rispettai le consegne, ma il povero Amarugi morì in estate, portandosi dentro la tomba la parola data… ».

SAN DONA’. La fortuna, nel caso di Adriano, ha bussato però una terza volta. « E dal 1992 eccomi a San Donà; un ambiente carico d’entusiasmo, una società che non è mai venuta meno alla parola data, un gruppo affidato e vincente, pronto a recepire la mentalità offensiva di mister Glerean. Nella provincia di Venezia ci siamo guadagnati una bella fetta di popolarità, riportando dopo tanto tempo la gente allo stadio. In occasione delle partite di cartello si sono registrati quasi 2000 spettatori. Dove vogliamo arrivare? Beh, nel calcio ci sta tutto; intanto abbiamo conquistato la C2 e nella prima parte del campionato non ho sinceramente visto squadre in grado di schiacciarci. Lo stesso Montevarchi, che guida meritoriamente la classifica, contro di noi ha evitato la sconfitta per un pelo. I conti li faremo alla fine e chissà che la piccola matricola San Donà non si ritrovi in C1 in barba ad avversarie sulla carta più quotate. La mia carriera insegna: niente è impossibile…. ».

Quell’impossibile…
Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è img588-960x786.jpg

L’intervista apparsa sul Guerin Sportivo nr. 5 del febbraio 1995 portava con sè una speranza ed un sogno che la classifica ancora non dava forza. Eppure all’insegna di quel «Niente è impossibile » quel Sandonà andò vicinissimo a raggiungere un risultato storico sfumato solo alla fine in una incredibile giornata di pioggia dove tutta l’imprevedibilità del calcio si è manifestata in un sol colpo.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è img592.jpg

Adriano Meacci al termine di quella stagione si confermò ai vertici della classifica dei marcatori del proprio girone. Gli era già capitato nella prima stagione biancoceleste nel Nazionale Dilettanti quando con 15 reti fu secondo al solo Guidotti della Sestese, nella seconda che valse la promozione in serie C2 primeggiò solitario con 22 reti segnate, mentre in serie C2 al termine del campionato 1994-95 le reti saranno 23, il miglior marcatore dell’intera serie C.

Nella stagione 1995-96 si trasferì al Perugia tentando il grande salto in serie B. Per la prima volta Adriano Meacci apparve nella sezione delle schede personali dei calciatori dell’Almanacco Panini 96. Dopo un buon inizio un infortunio lo condizionò, seguirono alcune stagioni in serie C1 e C2, quindi il ritorno a Grosseto in Serie D dove tornò a toccare le 17 reti in campionato. Comunque sia quel periodo in biancoceleste avrà sempre uno spazio speciale nei bei ricordi di tutti coloro che seguono il Sandonà.

I Protagonisti del calcio sandonatese: 1. Francesco Canella “Dall’Oratorio al tetto del mondo”; 2. Arturo Silvestri con lo scudetto sul petto nella stagione 1951-52; 3. Guerin Sportivo | Adriano Meacci: «Scusate il ritardo »; 4. Glerean: « Nessun segreto, grande San Donà »; 5. Guerrino Striuli « Il gatto nero »; 6. Elvio Salvori, un sandonatese a Roma; 7. « Bomba » Cornaviera, una vita per il San Donà; 8. Silvano Tommasella, il miglior terzino biancoceleste; 9. « Nanni » Perissinotto, il bomber che stregò la Capitale; 10. Antonio Guerrato, quell’ala destra che non sbagliava una punizione; 11. Orfeo Granzotto: « Così è nato il Sandonà dei sogni »; 12. Bruno Visentin, il « Colombo » che volò in serie A; 13. Angelo Cereser, i suoi inizi sandonatesi visti da Torino; 14. Enzo Ferrari, quel sandonatese famoso prima di esserlo