La guerra giunse cruenta sulle sponde del Piave nei primi giorni di novembre del 1917 e si abbattè con tutto il suo carico di violenza e distruzione sulla città di San Donà di Piave. Tanti sandonatesi riuscirono a mettersi in salvo al riparo delle linee italiane e poi come profughi in regioni vicine e lontane. Ma sono stati molti coloro che non riuscendo ad oltrepassare i ponti sul Piave sono rimasti nei pressi della città, per la maggior parte disperdendosi nella campagna, per poi cercar di sfuggire agli echi della battaglia e trovar riparo dietro le linee austriache.
Occupazione austriaca
Fame e violenze nell’occupazione regalarono infiniti lutti che solo in parte sono arrivati a noi nella loro immane crudezza attraverso gli scritti dei tanti diari di quel periodo. Su di essi si è basato monsignor Costante Chimenton per la stesura del suo monumentale libro “San Donà di Piave e le succursali di Chiesanuova e di Passarella” che ancor oggi ci da un mirabile senso della tragedia che in quel periodo dovette affrontare il territorio sandonatese.
Le cicatrici della guerra
Quella tragedia durò un’infinito anno al termine del quale oltre alle rovine materiali lasciò tante rovine umane ed uno stuolo di minori privi dei padri morti al fronte, o ancor peggio dei genitori morti durante l’occupazione, costringendoli a vivere d’espedienti cresciuti da parenti oppure da semplici conoscenti.
La ricostruzione e la necessità di un’orfanotrofio
Alla fine della guerra si rese necessario dare un futuro a questi giovani affinchè crescessero al riparo della loro comunità. A questo scopo nel mentre la città vedeva il ritorno dei tanti profughi sparsi ovunque, si costitui un comitato promotore che ponesse le basi per la costruzione di un’orfanotrofio alla cui presidenza fu nominato Monsignor Luigi Saretta e di cui facevano parte i notabili della città.
Il Comitato promotore:
Cav, Giuseppe Bortolotto, Comm. Giovanni Ancillotto, Comm. Antonio Trentin, Signora Corinna Ancillotto, Signora Elena Bortolotto, Signora Marina Del Negro, Signora Maria Perissinotto, Monsignor Luigi Saretta.
La costruzione dell’orfanotrofio
Il 31 ottobre 1920 in occasione del II° anniversario della liberazione di San Donà di Piave dall’occupazione austroungarica, l’Orfanotrofio di San Donà era ormai prossimo all’ultimazione della costruzione del proprio edificio principale. Il Comitato promotore avvertì per cui l’esigenza di rendere noto ai tanti benefattori del come erano stati spesi i fondi messi a loro disposizione.
Relazione morale e finanziaria
Qui di seguito riportiamo l’introduzione di Monsignor Luigi Saretta, presidente del Comitato, presente in apertura del prezioso libretto “Relazione Morale e finanziaria” in cui oltre alla storia dell’orfanotrofio, vi si può trovare un primo statuto, l’elencazione delle offerte ricevute, delle spese sostenute ed infine la lista degli orfani della città di San Donà di Piave. Il libretto in formato pdf è possibile scaricarlo a questo link: Orfanotrofio di San Donà di Piave – Relazione morale e finanziaria
Questa breve relazione morale e finanziaria della costruzione dell’Orfanotrofio di San Donà di Piave è indirizzata ai benefattori che vi hanno contribuito con qualche offerta con simpatia e l’hanno protetta con la loro benevolenza di fronte alle facili critiche, alle opposizioni maligne e alla fredda indifferenza dei più.
Fra poco il grandioso e splendido edificio sarà aperto, e raccoglierà i figli dei nostri poveri morti, caduti nel Carso o sul Piave.
Alla loro memoria imperitura noi lo dedichiamo – monumento sacro di pietà e di gratitudine – con animo devoto e profondamente commosso. Le loro spoglie gloriose, disperse per le romite valli, nei cimiteri degli alti piani o sul letto dei torrenti, qui rivivono nel sorriso dell’infanzia e domandano non sterile tributo di vana eloquenza o di fiori, ma amore generoso e fattivo.
Oh! venite, poveri orfanelli di San Donà di Piave! Nessuno ha sofferto come voi, in questo Paese distrutto dalla guerra: senza padre, senza madre, senza letto, senza pane.
Il nostro cuore esulta nell’offrirvi la più bella casa, e affretta col più vivo desiderio il giorno lieto del vostro ingresso.
Sarà un giorno di festa indimenticabile per San Donà di Piave. Da quel dì la memoria dei padri gloriosi sarà benedetta.
I cittadini pietosi di quella nobile terra, a nessuna seconda nelle opere della carità, riguarderanno l’Orfanotrofio come la casa dei loro figli di adozione.
San Donà di Piave, 29 ottobre 1920.
p. Il Comitato Promotore
Mons.r Luigi Saretta
L’occupazione raccontata da Monsignor Chimenton in “San Donà di Piave e le succursali di Chiesanuova e di Passarella” in un post dedicato:
29 ottobre – 5 novembre 1917 prima parte