Articolo di Gianfranco Bedin tratto da «Il Piave», anno 6 nr. 19, 15 novembre 1973
« Se, nel zogo, Guerin xe stado grande
Vinzendo a Roma, co la Triestina
Un premio lù ‘l ga vù, svolando
Dal Lazio fina qua, l’altra matina,
la notizia, là su, ghe xe rivà
che, sul Piave, ghe iera novità.
Figuratevelo lui, coi altri muli,
tutti ‘torno la radio che gratava.
Attenzione! Un piccolo Striuli
Gà lassù, ogi, l’area del rigor
Per alenarse a far come su pare,
portier de classe, che za in tante gare
difendi l’alabarda con valor.
Avanti piciul, ocio a l’attacante…
salta de «palo» a «palo» e la «traversa»!
Fa che Trieste, sempre trionfante,
la razza dei campioni non sia persa! »
Questa poesia è stata dedicata a Guerrino Striuli da Leghissa, un tifoso triestino, nel 1948, nell’epopea d’oro del calcio alabardato, allorchè il popolare portiere diventò padre.
Guerrino Striuli, « Il gatto nero » del calcio nazionale è uno dei più significativi giocatori di calcio che la prolifica «Razza Piave» sandonatese abbia sfornato nel suo prestigioso passato.
Carriera
Nato a San Donà di Piave il 24 dicembre 1917, Guerrino iniziò la sua avventura calcistica a 14 anni nel ruolo di portiere, su quel vecchio teatro che è lo stadio Zanutto.
Militò quindi nello Jesolo, con le Leghe Leggere Marghera e nella Saffa di Milano.
Nel campionato 1938-39 (ndr 1939-40) tornò a vestire la maglia del San Donà. Allora i biancocelesti militavano in serie C.
Con la Triestina in serie A
Nel campionato successivo fece il grande balzo nella massima serie. Lo voleva la Sampierdarena, ma per una serie di contrattempi finì nella gloriosa Triestina dove rimase fino al 1949, a difendere la porta alabardata (circa 260 partite in serie A!), conquistando simpatie e ammirazione in tutto lo stivale calcistico. Con Striuli alla guardia dei pali, la Triestina conquistò il record d’imbattibilità, che durò 18 giornate.
Con la Triestina a San Donà… con amore!
Guerrino ci ricorda che nel 1941, in occasione di un incontro amichevole tra la sua Triestina e il San Donà allo “Zanutto”, conobbe Emilia Crivellaro, una bionda fotografa che cinque anni più tardi sarebbe diventata la compagna della sua vita.
Nel campionato 1950-51, Striuli passa dalla Triestina all’Arsenal Taranto in serie B. Il campionato successivo, a 33 anni, veste i colori del Nocera Inferiore e inizia nel contempo la carriera di allenatore.
Il ritorno a San Donà
Campionato 1952-53. (ndr 1951-52) Guerrino Striuli torna a San Donà (Serie C) nella veste di tecnico.
Inizia quindi la sua carriera di allenatore sui campi del Basso Piave. Con l’Eraclea, in due anni, ottiene due promozione tra i dilettanti. Dal 1963 al 1965 è ancora al timone del suo San Donà, assieme ai vari Nani Perissinotto, Tognon, Ballacci.
Nel campionato 1965-66 salva il Caorle dalla retrocessione. L’anno seguente è alla guida del San Stino.
L’ intervista
Siamo nel 1967, Guerrino Striuli rompe i ponti con il calcio e si dedica ad altro sport… quello delle bocce.
« Siamo comunque sempre nel campo del pallone! »
Perché questa rottura? « Mi sono stancato – ci risponde Guerrino – del calcio. Mi piaceva lavorare con carta bianca. Mi è mancato questo presupposto ed ho preferito smettere ».
Ritornerebbe al calcio? « Sono ancora iscritto nei ruoli di allenatore, ma al calcio non tornerò. E’ da troppo tempo che sono fuori dal giro calcistico ».
Quali sono i compagni di squadra che più rimangono nei suoi ricordi? « Molti: lo stopper Raciglio Grezar e Ballarin periti poi nella tragedia di Superga, Tagliasacchi, Tosolini, Ispiro, Guglielmo Trevisan, le due ali della nazionale Colaussi e Pasinati, Piero Grosso, Carraro, Defilippis, Rossi, Salar, Blason, Gratton, Rosetti, Bagni, Giannini, Sessa, Zorzin, Radio e altri ancora che in questo momento non ricordo. Tutti grandi calciatori e ottimi amici nella vita. »
Quali sono stati come tecnici i suoi più grandi maestri? « Nereo Rocco nella Triestina che era affiancato dal C.T. Beppi Girani, e Varglien I° ».
Cosa le ha dato il calcio nella sua vita? « Grandi soddisfazioni. Penso che pochi come me abbiano avuto dal calcio così grosse soddisfazioni morali e sportive soprattutto ».
Quando militava in serie A, quanti soldi percepiva al mese? « Nel mio primo anno nella Triestina percepivo 1200 lire al mese. Negli ultimi anni circa 120-130 mila lire. Nel 1947-48, con la Triestina, classificata al 2° posto ho guadagnato più soldi per premi partita che con lo stipendio ».
Quale è stata la sua partita “storica”? « Quella del campionato 1947-48 quando abbiamo pareggiato (1-1) a Torino contro il grandissimo « TORO »: sono stato impegnato per quasi tutto l’incontro, volando continuamente da un palo all’altro della porta. Ricordo poi nello stesso campionato, la partita di Torino dove abbiamo battuto la Juventus per 1-0. In quel campionato la squadra, diretta da Rocco, era lo spauracchio d’Italia. Ci classificammo al 2° posto alle spalle del Torino con il Milan e la Juventus ».
C’è una differenza tra il calcio di allora e quello d’oggi? « Si, c’è una grande differenza: una volta i giocatori lottavano tutti per vincere ora si va sul campo per non perdere ».
C’è attualmente una crisi di giocatori nel calcio? « Non c’è nessuna crisi. I giocatori in Italia abbondano talmente che si potrebbero fare due nazionali dello stesso valore. Il male attuale del calcio sta nelle Società che, tra l’altro dovrebbero dare carta bianca agli allenatori. I giocatori, invece o sono trattati troppo bene oppure con sono capiti. E’ inutile che mi vengano a dire, per esempio, che Rivera con gioca bene perché ha paura di prendere le botte. Un giocatore chiunque esso sia, quando entra in campo bada a giocare come meglio le sue condizioni permettono ».
Che suggerimenti dà ai giovani che vogliono praticare il calcio? « Di praticare lo sport assiduamente anche se costa loro del sacrificio. Devono poi essere a posto moralmente, non devono bere e fumare. Solo così si può diventare, avendone le qualità dei buoni giocatori ».
Gianfranco Bedin
I Protagonisti del calcio sandonatese: 1. Francesco Canella “Dall’Oratorio al tetto del mondo”; 2. Arturo Silvestri con lo scudetto sul petto nella stagione 1951-52; 3. Guerin Sportivo | Adriano Meacci: «Scusate il ritardo »; 4. Glerean: « Nessun segreto, grande San Donà »; 5. Guerrino Striuli « Il gatto nero »; 6. Elvio Salvori, un sandonatese a Roma; 7. « Bomba » Cornaviera, una vita per il San Donà; 8. Silvano Tommasella, il miglior terzino biancoceleste; 9. « Nanni » Perissinotto, il bomber che stregò la Capitale; 10. Antonio Guerrato, quell’ala destra che non sbagliava una punizione; 11. Orfeo Granzotto: « Così è nato il Sandonà dei sogni »; 12. Bruno Visentin, il « Colombo » che volò in serie A; 13. Angelo Cereser, i suoi inizi sandonatesi visti da Torino; 14. Enzo Ferrari, quel sandonatese famoso prima di esserlo